Le tecnologie digitali sono sempre più avanzate e
“intelligenti”, certo, ma quanto pesano nelle nostre relazioni? Il regista
Spike Jonze nel suo ultimo film “Lei” con J.Phoenix e S. Johansonn immagina un
futuro molto vicino in cui la tecnologia è in uno stato così avanzato da
produrre un sistema operativo interamente basato su un’intelligenza
artificiale; un OS (Operative Sistem) in grado di imparare dall’esperienza, di
provare emozioni. Questo sconfinamento della tecnologia in un ambito che fino a
quel momento era solo prerogativa degli umani genera situazioni che a noi
appaiono paradossali, ma nel film sono descritte in modo molto vivido e allo
stesso tempo discreto: in poche parole il protagonista ha una storia d’amore
con il suo OS, e attraverso la telecamera dello smartphone e l’auricolare di ultima generazione che ha sempre
nell’orecchio, vive esperienze intense ed emozionanti con “Lei”. La visione di
alcune clip di questo film ha suscitato un bel confronto sulla natura delle
relazioni umane in contesti iper-tecnologizzati e mediati dal digitale: ci
siamo fatti soprattutto molte domande sull’intimità delle relazioni virtuali e
su quanto la vita online sia talvolta parallela, ma più spesso intrecciata a
quella offline.
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