lunedì 3 novembre 2014

PENSIAMO A EDUCARE I NATIVI DIGITALI


Nell’ultima giornata abbiamo voluto tirare le somme per riordinare le carte in tavola e riflettere in modo più approfondito sul ruolo educativo degli adulti nei confronti dei giovani in questo momento dell’era digitale.
Siamo partiti dai nativi digitali e dai loro diritti (http://www.youtube.com/watch?v=YWg-d8WPXk0) per riflettere sull’importanza di offrire ai bambini e a i ragazzi di oggi esperienze diversificate che tengano conto delle “vecchie tecnologie” quanto del digitale. Il nostro ruolo in quanto trentenni e quarantenni è particolare perché siamo l’unica generazione che ha la possibilità di vivere nell’era digitale, ma che si ricorda della vita prima di internet perché l’ha vissuta. Con questa peculiarità abbiamo la grande responsabilità di mediare in modo consapevole e lungimirante i nuovi contenuti del sapere e i canali attraverso cui questi contenuti viaggiano.

Per educare i giovani alla responsabilità è necessario educarli a pensare, e allora abbiamo inventato un dispositivo per pensare in modo analogico-digitale. Siamo partititi dalla metafora dei “Sei cappelli per pensare” di De Bono (1985), che immagina di visualizzare le sei dimensioni principali del nostro pensiero come sei cappelli che, indossati uno alla volta, ci permettono di guardare ad un dilemma, ad una questione complessa, sotto vari aspetti e punti di vista per giudicarla in modo corretto e il più possibile ragionato. Nell’era digitale i sei cappelli sono diventati sei APP, ognuna “lanciava” un pensiero e grazie al supporto dei nostri tablet di cartone siamo riusciti a riflettere insieme, a 360° spaziando dal pensiero analitico a quello emotivo, dal pensiero creativo a quello critico per arrivare poi al pensiero metacognitivo.
IL VIDEO DEI DIRITTI DEL NATIVO DIGITALE


Nessun commento:

Posta un commento