Nell’ultima giornata abbiamo voluto tirare le somme per
riordinare le carte in tavola e riflettere in modo più approfondito sul ruolo
educativo degli adulti nei confronti dei giovani in questo momento dell’era
digitale.
Siamo partiti dai nativi digitali e dai loro diritti (http://www.youtube.com/watch?v=YWg-d8WPXk0)
per riflettere sull’importanza di offrire ai bambini e a i ragazzi di oggi
esperienze diversificate che tengano conto delle “vecchie tecnologie” quanto
del digitale. Il nostro ruolo in quanto trentenni e quarantenni è particolare perché
siamo l’unica generazione che ha la possibilità di vivere nell’era digitale, ma
che si ricorda della vita prima di internet perché l’ha vissuta. Con questa
peculiarità abbiamo la grande responsabilità di mediare in modo consapevole e
lungimirante i nuovi contenuti del sapere e i canali attraverso cui questi
contenuti viaggiano.
Per educare i giovani alla responsabilità è necessario
educarli a pensare, e allora abbiamo inventato un dispositivo per pensare in
modo analogico-digitale. Siamo partititi dalla metafora dei “Sei cappelli per
pensare” di De Bono (1985), che immagina di visualizzare le sei dimensioni principali
del nostro pensiero come sei cappelli che, indossati uno alla volta, ci
permettono di guardare ad un dilemma, ad una questione complessa, sotto vari
aspetti e punti di vista per giudicarla in modo corretto e il più possibile
ragionato. Nell’era digitale i sei cappelli sono diventati sei APP, ognuna
“lanciava” un pensiero e grazie al supporto dei nostri tablet di cartone siamo
riusciti a riflettere insieme, a 360° spaziando dal pensiero analitico a quello
emotivo, dal pensiero creativo a quello critico per arrivare poi al pensiero
metacognitivo.
IL VIDEO DEI DIRITTI DEL NATIVO DIGITALE
Nessun commento:
Posta un commento